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Posts Tagged ‘scappo dalla città’

Da qualche anno ormai con Vera desideriamo una vita più easy. Una vita a contatto con la natura. Una vita vera, senza il traffico delle automobili, il ronzio dei lampioni, i centri commerciali, gli ortaggi e la frutta pieni di pesticidi.

Sogniamo un cambiamento, poi però la vita ci piega e per un poco ce ne dimentichiamo. Ma solo per un poco, perché la nostra strada, lo sappiamo, è quella della Decrescita.

Da quasi un anno non ho un lavoro, dove per lavoro intendo una prestazione che abbia in cambio una retribuzione monetaria. Non perché non ci sia lavoro. Di quello ce n’è in abbondanza. Semplicemente mi sono letteralmente rotta di lavorare 14 ore al giorno, 6 su 7, per 600 euro al mese, in nero. Chi mi sta accanto dice che sono pazza, che visti i tempi bisogna accettare tutto. Ma io sono stanca di vedere i datori di lavoro fare lusso e lamentarsi che non ci possono pagare.

Non sono stati mesi facili. A dicembre ho deciso che non potevo stare ‘ferma’ e ho iniziato a dare ripetizioni ad una diciottenne scapestrata. GRATIS.

Questo atto di gratuità ha portato tantissime cose interessanti. Ho conosciuto la sua mamma che mi ha insegnato a riconoscere tante piante spontanee che in questi mesi hanno rappresentato una buona parte dei miei pasti. Poi ho conosciuto il compagno della mamma. Un agricoltore del paese squattrinato e pieno di problemi di salute. Un giorno, un po’ per scherzo e un po’ no, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto imparare i segreti dell’orto e lui, pensando appunto ad una frase buttata li, mi ha detto: “ Soldi non ne ho per pagare un dipendente, ma se vuoi venire a darmi una mano, quando vuoi, senza impegno, sei la benvenuta e quello che c’è, è pure tuo. Puoi prendere ciò che ti serve”.

Io ero felicissima di questa cosa e dopo qualche giorno mi sono presentata, con tanto di cappellino e guanti da lavoro.

Da allora la mia vita si è come trasformata. Non riesco a star lontana da quell’orto! Ho un bisogno fisiologico di contatto con la terra. E non è l’entusiasmo del momento, perché il lavoro è pesante, mi spacco letteralmente la schiena.

Porto a casa ogni prelibatezza stagionale, dalle ciliegie ai fiori della zucchina, all’olio o vino. Non stiamo li a quantificare, a dire ‘ hai lavorato tot e ti do tot’. Prendo ciò che mi serve e quando decide di sua sponte di riempirmi il cestino della bici, porto a casa molto molto molto più di quello che prenderei io e che mi serve.

Le giornate nell’orto scorrono veloci, semplici. Ho riflettuto sul fatto che nell’ultimo anno ho autoprodotto molto poco. Diciamoci la verità: entrare al supermercato e comprare tutto pronto è comodo. Ma noi non siamo per le cose comode. Noi siamo per le cose vere, buone e genuine.

Ho tirato fuori il libro “ Scappo dalla città” di Grazia Cacciola e sto ritrovando le mie motivazioni per decrescere sempre di più e per ri-focalizzare l’attenzione sulla nostra vita fuori dalle mura della città.

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Sono stufa di sentir dire che noi siamo megli di loro, che loro sono meglio di noi e degli altri, che gli altri sono meglio di…

Oggi ho letto un post che diceva: ‘ I vegetariani sono come gli onnivori’. Leggo spesso che i crudisti sono meglio dei vegan. I fruttariani poi non ne parliamo.

Gli etero sono meglio degli omo. Quelli del nord meglio di quelli del sud o viceversa.

Si è perso il senso dell’unicità e della pienezza di ciò che si è e di ciò che gli altri sono. Unicità per se stessi e per il Creato.

A me le etichette non piacciono. Una volta ne avevo bisogno per darmi un’identità. Ora le lascio ai barattoli.

Credo che dobbiamo imparare, come dicono i miei amici Gibì e DoppiaW, a sottolineare il positivo. Ciascuno di noi fa il suo personalissimo percorso e nessuno può e deve sentenziare sulle scelte degli altri. Dobbiamo imparare a sottolineare il positivo che c’è noi e negli altri

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Imparare la non violenza, anche verbale. Questo dobbiamo fare. Dobbiamo imparare a coltivare i rapporti e non a ergere muri. Di quelli ce ne sono fin troppi, anche dentro di noi ed è proprio da questi che dobbiamo partire. Sgretolare i nostri limiti che non ci permettono di accogliere l’altro così com’è e di godere di ciò che di bello, buono e sano c’è dentro di lui.

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Gli ultimi mesi sono stati tanto difficili per me. Vivo una serie di difficoltà che mi stringono la gola. Dalla mancanza di lavoro, al desiderio di un figlio che non posso avere. Stavo perdendo il ‘senso’ della mia vita. In realtà non l’ho ancora ritrovato. Sono senza lavoro e non so più cosa inventarmi per dare una botta a questa situazione. Vivo in un paese che non ‘recepisce’ i messaggi positivi. Sono anche tornati gli attacchi di panico e i momenti di depersonalizzazione. Erano anni che non accadeva. Qualcuno storcerà il naso, ma sto facendo un percorso con una psicologa. Questo percorso mi sta aiutando a trovare dentro di me le risposte a certi quesiti, e sto imparando ad abbassare il tasso di rabbia che c’è in me.

La dottoressa mi fa sorridere perchè dice che sono una ragazza molto tenera e, al contempo, dice che sono una gran donna, una ‘fimminuna’. 🙂

Devo riprendere in mano la mia vita, rifocalizzare i miei obiettivi…e credo che dovrò riprendere in mano ‘scappo dalla città’ di erbaviola.

Lo faccio io per prima: provo a sottolineare il positivo!

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Dopo aver letto il libro di Erbaviola e dopo aver iniziato a fare un po’ di attività fisica, sento che la mia vita sta cambiando colore.

L’attività fisica (blanda se vuoi) ma costante mi da energia pura. Non riesco più a farne a meno…in questo momento percorro circa 2 km a passo sostenuto…e un po’ di mare (con tanto di acquagym ricordando gli esercizi fatti in piscina nel passato). Mio desiderio sarebbe quello di aumentare il chilometraggio percorso piano piano…e approfittare del mare per tutto il periodo estivo.

L’attività fisica, come dicevo, mi dona un certo benessere psicofisico. All’attività fisica aggiungo una sana alimentazione…eheheh…scorpacciata di frutta. Vedo così il mio corpo cambiar forma. La pelle è molto liscia, il lavoro intestinate regolare, l’addome meno gonfio.

Per chi ragiona in calorie e vuole fare un periodo di sola frutta: in una giornata servono (visto che è alimentazione A CRUDO) circa 2000 calorie.

Diamo un po’ di numeri:

* 3kg di banane 2085 cal.

* 3kg di mele 1070 cal.

* 5kg di melone 1730 cal.

* 5kg di fragole 1420 cal.

* 500gr di fragole+500gr di banane+500gr di kiwi+ 500gr di mele+ 500gr di pesche+500 di melone danno appena 1321 calorie. Oltre alle calorie poi, la frutta, ci offre vitamine e minerali in quantità.

Ma andiamo oltre. Il libro Scappo dalla città mi ha, come avrete dedotto dalla mia pseudorecensione, convinta a provarci davvero e a pianificare questo stile di vita nuova. Ma che fare?

Intanto ho iniziato a non tenere acceso il pc tutto il giorno. Questo per due motivi: il primo è che tenere msn, skype, due indirizzi email e fb, prende tempo ed è fonte di profonda distrazione. Due perchè il pc, innocuo per quanto possa essere, comunque consuma elettricità. Sto già ottenendo risultati, perchè ho più tempo per dedicarmi ad altro.

Ho poi iniziato a spegnere il ventilatore (odio il condizionatore e per questo non ho mai voluto comprarlo). Ho ‘scoperto’ che lasciando tutte le finestre di casa aperte e le relative porte delle stanze, si sta BENISSIMO senza bisogno di ausili. Il ventilatore l’ho spento non per un discorso di risparmio energetico, ma soprattutto per tutelare le mie orecchie da quel fastidioso sottile ronzio di sottofondo. La mia testa ringrazia. 🙂

In questi giorni mi cimenterò nell’autoproduzione…vi tengo aggiornati.

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Seguo da un po’ di tempo il blog di Erbaviola. I suoi modi a volte pungenti mi piacciono molto. Non l’ho mai incontrata e non so nemmeno che faccia abbia questa donna. Il suo libro Scappo dalla città  mi incuriosiva ma, essendo io una giovane sempre a corto di moneta, ho posticipato per un bel po’. Qualche settimana fa poi, in barba al portafogli, ho deciso che questo acquisto andava fatto e qualche giorno fa, martedi credo, è arrivato.

Vi dirò la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità: mi aspettavo di trovarmi tra le mani uno di quei libri trattino fregatura che si trovano in giro. In realtà pensavo anche: “ma cosa può dirmi la Cacciola (cognome della nostra Erbaviola ndr) che io già non sappia?”.

Ebbene, questa donna mi ha stupito con effetti speciali. Definire queste mie righe una recensione mi sembra esagerato. Però qualcosa ve la voglio proprio dire. Scappo dalla città mi ha fatto: sorridere, commuovere, riflettere.

Ho sorriso quando ho letto che per avere ritmi più umani si potrebbe-dovrebbe usare ogni mezzo di comunicazione con parsimonia. Suggerisce per esempio di controllare la posta solo due volte al giorno (pag. 19). Subito ho detto: IT’S IMPOSSIBLE. Poi ho sorriso perchè non sono il presidente del consiglio e nemmeno un cardiochirurgo (pag.20)…eppure apro la posta almeno 20 volte al giorno, anzi la pagina delle email in entrata è sempre aperta. Questo mi ha fatto riflettere e anche molto. Quanto tempo passo al pc a NON FAR NULLA mentre potrei dedicare questo tempo per esempio all’autoproduzione?

Mi sono poi commossa quando mi sono resa conto che non sono l’unica pazza visionaria di questo pianeta chiamato Terra!!!!  Quello che io sento dentro e che mi spinge verso una vita più ‘a misura d’uomo’ non è solo un mio desiderio folle, anzi leggendo ho avuto come l’impressione che il mondo stia cambiando, che ci sia davvero un’inversione di rotta. Se in passato abbiamo vissuto l’esodo dalle campagne verso la città oggi assistiamo, forse lentamente, ad un ritorno alle origini. In vari modi, varie sfumature, ma pur sempre un chiaro e secco NO nei confronti di uno stile di non-vita che rischia di farci diventare tutti nevrotici.

Infine, ma non meno importante, la riflessione. Ho capito che non serve essere un figlio di papà o un riccone per poter vivere in modo ‘alternativo’. E ho capito che fare tre lavori (come ho fatto per un periodo) non va bene (vivevo solo di e per il lavoro). Altra cosa su cui ho riflettuto. Fino a non molto tempo fa volevo scappare dal mio paese, andare a vivere in una città anonima per poter essere me stessa. Oggi invece mi dico che forse questo angolo di paradiso che mi accoglie da quando sono nata non è poi così male. Ho uno splendido mare azzurro e dei boschi fantastici, tutto a portata di mano. Forse è qui che devo stare, forse è qui che devo crescere e maturare. E forse è questo il luogo per cui posso essere dono.

Un grazie quindi va all’autrice del libro.  E a voi che leggete un consiglio: compratelo e regalatelo. Vale proprio la pena.

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