L’ho fatto davvero. Ho comprato una bicicletta a pedalata assistita e l’ho chiamata Luisa. Il perchè di questo nome lo scoprirete magari in futuro.
Non è stato semplice. Dentro di me tante sane motivazioni, dal minor impatto ambientale allo scarso impegno economico rispetto ad un’automobile.
Ho scelto di non acquistare un’auto perchè concretamente credo che non mi serva. Vivo in un piccolo centro, dove ci si può spostare anche a piedi e quando devo andare in città prendo i mezzi pubblici. Quando mi serve l’auto, due, tre volte l’anno, la chiedo a mia sorella, a mio padre o semplicemente l’affitto.
Un’auto era proprio un di più. Meglio una bici. Una robusta bicicletta che mi permetta di muovermi velocemente, usando le mie forze e quando non ce la faccio più ( è un paese pieno di salite ) farmi dare un piccolo aiuto dal motore.
La bicicletta ha avuto il suo costo, è stato un investimento per il futuro. Ciò che mi bloccava era : ‘ cosa penserà la gente? ‘ . Qui l’unica persona che ha una bicicletta di questo tipo è una ragazza con un lieve ritardo mentale, una ‘babba’ per capirci.
Qui le ragazze escono sempre tiratissime e in automobile anche per fare venti metri. E io? Io ho fatto un respiro profondo e ho deciso di continuare la mia rivoluzione.
Non basta essere vegan, non basta ridurre i consumi, non basta lavare con acqua bollente e aceto. Serve portare avanti una vera rivoluzione culturale, dentro di me. E quando esco con la mia Luisa, sento che sto costruendo un pezzo di futuro migliore.
Louise May Alcott autrice di Piccole donne crescono? ^_^
Bellissima la tua bici, come sai è un sogno nel cassetto per me, dati i costi e la necessità purtroppo di mantenere anche la macchina, soprattutto da quando le corse della corriera sono state dimezzate.
Non so se vale, ma io ti ho usata come esempio positivo per il futuro acquisto dicendo “guarda ce l’ha lei, mica compra cose a caso, se dice che funziona in salita allora è vero!”